LE RADICI
È in questo luogo, anticamente conteso tra Romani e Sanniti, che nasce la poderosa Tenuta che sovrasta la piana alifana.
Una finestra nel Parco Nazionale del Matese che prende il suo nome dalla località: Valle Paola. L’ipotesi più verosimile sulle origini del toponimo “Valle Paola” è, infatti, quella legata ad un avvallamento di piccole dimensioni. Paulus che in latino significa ‘poco grande’.
Matese spumante
Il fiore all’occhiello della Tenuta è il piccolo poggio a ridosso della cava, Colle Capasso, che prende il nome dalla storica famiglia che già negli anni ’20 del 1900 produceva e commercializzava vini a marchio “Matese Spumante”.
La storia di Colle Capasso, terra di vini eccellenti, nasce con Vincenzo Capasso, un “industriante” intraprendente dell’epoca. Nato a Piedimonte D’Alife l’8 aprile 1880 da Raffaele Capasso e Luigia Di Muccio.
Grazie al ritrovamento di un’antica etichetta dell’epoca, infatti, si è potuta ricostruire la storia dei “Premiati Vini Spumanti” che V. Capasso produceva e commercializzava sia a Piedimonte D’Alife, allora provincia di Benevento, che all’estero.
Sul retro della cartolina, che riporta la bellissima etichetta dalla tipica grafica anni ’20, si legge il listino prezzi dei “Gran Spumanti”.
illustri riconoscimenti
Vincenzo Capasso già compare come produttore in più numeri dell’Annuario Vinicolo d’Italia dell’enologo, che oggi potremmo definire antesignano del settore, Arturo Marescalchi, redattore di una guida ai vini ante-litteram, attraverso la quale appare già molto chiara la particolare vocazione vitivinicola dell’Italia.
Di “Medaglia d’argento dorato”, per i vini di Colle Capasso, parla “L’illustrazione Coloniale”, rivista mensile sotto gli auspicii dell’Istituto coloniale italiano del 1921.
La medaglia d’argento dorato era il primo premio e andava “A chi avrà introdotto nella provincia, e coltivato maggior numero di viti (non minore di mille ceppi), riconosciute più appropriate al suolo della medesima, e di natura atta a migliorare la qualità dei propri vini”.
“La Ditta Vincenzo Capasso, di Piedimonte D’Alife (Benevento), ha partecipato alla manifestazione pugliese con una riuscita esposizione di Vini comuni e superiori da pasto, Vermut e Spumanti che, come già l’anno scorso, hanno riscosso ampie lodi”. Riporta, invece, la “Rassegna dell’esposizione italica illustrazione coloniale” del 1919.
Una valle antica, un’identità che ritorna
“Paola”, dal latino paulus — piccolo — è molto più che un toponimo. È la misura umana del paesaggio. Un luogo concavo, che accoglie. Qui, la vecchia chiesa rurale di San Michele Arcangelo, incastonata nella parete della ex cava di dolomia, custodisce secoli di storia spirituale.
Il culto micaelico, diffuso in tutto il Matese, trova proprio in questa grotta una delle sue espressioni più autentiche. È un culto di protezione e lotta, che scolpisce non solo la roccia, ma anche la coscienza di chi abita questi luoghi.
“Quis ut Deus” — Chi è come Dio?
Nel cuore della Tenuta sorge ancora oggi una cappella dedicata a San Michele, costruita nel 1784 su un antico tracciato sacro che univa Roma a Monte Sant’Angelo. Qui il territorio è fede, memoria e paesaggio.
Proprio in questo “campicello”, donato alla diocesi dai contadini della zona, inizia il racconto della Tenuta Donna Paola. Un racconto di terra e cielo, di mani e pietra, di sacralità e comunità.