Dove siamo: il cuore segreto del Matese Qui il paesaggio non si guarda, si ascolta.

Ci troviamo ad Alife, sul versante casertano del Parco Regionale del Matese, in una terra che non ha mai smesso di raccontarsi. Tra boschi di lecci, dolci colline e antiche vie pastorali, si apre un angolo intimo e potente: Valle Paola. Una piccola conca naturale, custodita tra le rocce e i silenzi, che dà il nome alla Tenuta Donna Paola.

Dove siamo

I nostri vigneti si estendono sulle colline di San Michele, piccola frazione di Alife situata a circa 350 metri di altitudine, nel cuore di Valle Paola — una conca naturale, nascosta tra le rocce e i silenzi, che dà il nome alla nostra azienda. Un luogo antico, un tempo conteso tra Romani e Sanniti, oggi custode di millenni di storia e tradizione.
Alife, piccolo comune dell’Alto Casertano, è incastonato nella porzione sud-occidentale dell’antico Sannio, ai piedi del versante meridionale del massiccio del Matese. Qui, dove il tempo sembra rallentare, coltiviamo le nostre uve in un angolo di paradiso sospeso, a ridosso del Parco Nazionale del Matese, lungo la fascia pedemontana dell’Appennino campano.
A 350 metri sul livello del mare, su un’altura disegnata dai colli di San Michele e Capasso, i nostri vigneti si affacciano su un paesaggio di rara bellezza, godendo di un’oasi di silenzio e salubrità. A dominare l’orizzonte è la maestosa presenza del Monte Miletto — la vetta più alta del Matese, con i suoi 2050 metri, al confine tra Campania e Molise — che incornicia un panorama mozzafiato, abbracciando le province di Caserta, Isernia e Campobasso.
I filari dominano la piana alifana, attraversata dal medio corso del fiume Volturno, regalando scorci che raccontano la potenza del paesaggio e l’intimità della natura.
Da un lato, le vigne si aprono sul versante casertano del Parco, tra boschi di lecci, colline sinuose e antiche vie pastorali. Dall’altro, volgono lo sguardo verso la cava di dolomia, da cui traggono forza, identità e origine: è qui che nasce la storia di Tenuta Donna Paola.
La tenuta si estende su circa 16 ettari, tra dolci rilievi, antichi uliveti e vigneti rigogliosi che respirano la memoria di un luogo unico, oggi protagonista di un ambizioso progetto di riqualificazione ambientale.
Coltiviamo con passione Falanghina, Chardonnay, Merlot, Casavecchia e Pinot, distribuiti tra le alture di Colle Capasso e San Michele.
I vigneti si adagiano su terreni collinari e sassosi, in una posizione privilegiata. Qui, un microclima unico, l’eccellente esposizione e la presenza della dolomia — roccia sedimentaria ricca di calcare e magnesio — donano ai nostri vini un profilo inconfondibile, fatto di spiccata sapidità, mineralità e carattere.
Un terroir autentico, che parla la lingua della storia.

LA CAVA

Siamo nel cuore della cava di dolomia della famiglia Testa, dove dal 2014, ha preso forma un ambizioso progetto di recupero, riuso e riqualificazione ambientale, volto a restituire bellezza e vita a questo luogo straordinario.
Un progetto approvato dalla Regione Campania nel 2022, che ha dato il via alla riconversione della cava in uno spazio agricolo e culturale d’eccellenza. Da allora, la sua coltivazione è finalizzata alla rinaturalizzazione del paesaggio e alla trasformazione in vigneti e uliveti.
Il sedime della cava è l’anima del progetto.
La dolomia, roccia calcarea di straordinaria qualità, non è solo il simbolo identitario del luogo, ma anche un elemento chiave per la viticoltura. Le sue caratteristiche geologiche influenzano il microclima e la composizione del suolo, donando ai vigneti un equilibrio ideale per la produzione di vini dalla spiccata mineralità, freschezza e personalità.
I vini nati da terreni dolomitici raccontano una storia unica: sono vini eleganti e decisi, capaci di soddisfare i palati più esperti così come gli appassionati alla ricerca di autenticità e carattere.

Una valle antica, un’identità che ritorna

“Paola”, dal latino paulus — piccolo — è molto più che un toponimo. È la misura umana del paesaggio. Un luogo concavo, che accoglie. Qui, la vecchia chiesa rurale di San Michele Arcangelo, incastonata nella parete della ex cava di dolomia, custodisce secoli di storia spirituale.
Il culto micaelico, diffuso in tutto il Matese, trova proprio in questa grotta una delle sue espressioni più autentiche. È un culto di protezione e lotta, che scolpisce non solo la roccia, ma anche la coscienza di chi abita questi luoghi.

“Quis ut Deus” — Chi è come Dio?

Nel cuore della Tenuta sorge ancora oggi una cappella dedicata a San Michele, costruita nel 1784 su un antico tracciato sacro che univa Roma a Monte Sant’Angelo. Qui il territorio è fede, memoria e paesaggio.

Proprio in questo “campicello”, donato alla diocesi dai contadini della zona, inizia il racconto della Tenuta Donna Paola. Un racconto di terra e cielo, di mani e pietra, di sacralità e comunità.