collina san michele Alife (Ce) a

Una spada, uno scudo, il bene che trionfa sul male. Il sacro e il profano s'incontrano a Valle Paola.

Fortissimo, infatti, è il legame di Tenuta Donna Paola con il culto micaelico, proprio perché su un lembo di terreno appartenuto alla Tenuta, sorge un’antichissima chiesa di San Michele Arcangelo, da cui prende il nome la frazione di Alife.
L’antica Chiesa, che fu edificata nell’anno 1784 per comodità degli agricoltori, molto numerosi in quella zona assai fertile, si trova sulla via che collega Roma a Monte Sant’Angelo, lungo un vecchio cammino che segue le tracce dell’Arcangelo Michele. L’eremo è molto semplice, con la piccola campana sulla facciata e a destra di chi guarda un’epigrafe: “In questa cappella rurale non gode asilo”. Naturalmente la scritta è molto antica e vuole ricordare al visitatore che questo luogo sacro, definito cappella rurale, non permetteva all’ospite di godere di diritto d’asilo. All’interno appare in tutta la sua semplice bellezza una scritta: “Quis ut Deus” (Chi è come Dio), e cioè la frase che l’Arcangelo Michele pronunciò scagliandosi contro Lucifero quando questi mise in discussione il potere di Dio.
Ne “Il Vescovo Alifano nel Medio Volturno” dello storico piedimontese Dante Bruno Marrocco si legge:

"Era una cappella sulle colline di Alife, eretta nel 1784, tanto piccola che fino al 1860 non aveva diritto di asilo. Fu eretta parrocchia dal vescovo Noviello, il 22 Ottobre 1939, dato che la localit à aveva pi ù di cinquecento abitanti e distava dalla parrocchiale quattro miglia: «pagum montanum incolis quingentis et ultra agricolis, rure dispersis, Vicar ìam curatam perpetuo erigimus». (Un villaggio montano di più di cinquecento contadini, sparsi per i campi, distante dalla ciesa parrocchiale circa quattromila passi e più… In perpetuo costruiamo una vicaria curata). I confini furono stabiliti al vallone di s. Lucia verso Piedimonte, la fontana Forma verso Alife, Posta vecchia e Fontana vecchia verso Sant'Angelo. In ossequio alla Cattedrale da cui derivava il territorio, il parroco s'impegnava ogni anno a offrire una candela nel giorno dell'Assunzione, e di intervenire in Alife alle processioni del Corpus Domini e di s. Sisto. Beni: un campicello e titoli di rendita. Su terreno donato dalla famiglia Scorciarini Coppola è in costruzione la nuova chiesa".

Altro documento che conferma la tesi dello storico Marrocco è quello n.10925, depositato presso
il Notaio Girolamo Masella e conservato ora nell’Archivio parrocchiale, secondo cui il 28 ottobre
1939, ossia pochi giorni dopo l’erezione della Parrocchia di San Michele, il Sig. Giovanni Paterno
fu Luigi, nato e domiciliato a Piedimonte Matese, era proprietario di 6 vani “in uno dei quali era
la Chiesa dedicata a San Michele”. Egli, il Vescovo “volendo conservare al culto quella cappella
e, dato la sua ubicazione costituirvi nell’interesse di numerosi agricoltori che abitano in quella
contrada una vera e propria vicaria curata…”, fa donazione della chiesetta e del fabbricato “diruto
e cadente”, alla Diocesi di Alife, nella persona del Vescovo Noviello, per adibirlo agli scopi e
necessità della Cappella stessa.
Parte da qui la storia del “campicello” di Tenuta Donna Paola.